Ripubblico, non a caso, oggi, 12 marzo, il testo, non integrale, dunque un estratto, dei miei auguri del 1 gennaio 2016 rivolti a qualcuno di speciale che ha accompagnato la mia ricerca di senso: amiche, amici, ricercatrici e ricercatori, donatrici e donatori di senso, curatrici e curatori, anche di malsanìe, donne e uomini che hanno costellato il mio andare non invano.
Estendo gli auguri a tutt* quell* che ho incontrato successivamente al primo giorno dell’anno perché decidano di aggiungersi a quanti di NOI hanno deciso di dirigersi nella direzione della comprensione e dell’AZIONE comune verso il SOL DELL’AVVENIR.
A tutt* chiedo di porsi contro la guerra e di costruire SENSO e GIOIA di PACE.
E se la pace non è possibile che si scelga almeno di imparare e di imboccare la VIA della nonviolenza.
“Questo è un augurio collettivo rivolto a tutte e a tutti Voi che avete accompagnato il mio cammino verso la comprensione della vita e del senso della vita nell’ultimo anno.
A tutte e tutti Voi desidero augurare così il BUON ANNO 2016, come sono capace e con le parole e la musica di amiche e di amici che sono sempre con me. Oggi nella Giornata mondiale per la pace devo anche ricordarci che ci viene chiesto un impegno a costruire. Non a distruggere.
Le armi sono guerra e la guerra è morte. Per tutti.
Non c’è mai un vincitore.
Sono – e siamo – tutti perdenti e tutti vinti nella vita cambiata persempre da un’esperienza senza ritorno, come è quella della guerra …
“… ora ho tutto per me, ma mi rimane l’idea
di esser quello che non è tornato.
Ora è tutto per me. Resta solo l’idea
che forse son io a non essere tornato.”
Perciò Vi chiedo, Vi supplico, opponeteVi in ogni modo alla guerra.
Vi segnalo un antiwar song che ci richiama all’impegno contro ogni guerra.
Il testo, nella versione più poetica reperita, è di Guido Rolando di Cabaret Schengen da “Né grande né guerra.”
Con Brecht chiudo rivolgendo a Voi il mio invito-preghiera laici.
“Così termina
la storia di un viaggio.
Avete ascoltato e avete veduto
ciò che è abituale, ciò che succede ogni giorno.
Ma noi vi preghiamo:
se pur consueto, trovatelo strano!
Inspiegabile, pur se normale !
Quello che è usuale, vi possa sorprendere !
Nella regola riconoscete l’abuso
e dove l’avete riconosciuto
procurate rimedio! *
… per non rischiare di arrivare all’appuntamento del dare e del ricevere
senza aver niente da portare
Un abbraccio collettivo.
Con rispetto,
Silvia
* Da L’eccezione e la regola
Bertolt Brecht,1930
Aloha !
“P.S. Per Silvia e il gruppo di kriton.
La mia proposta per il Giorno della Memoria è questa.
Suonerei con Silvia e canterei con voi la struggente e importante “Sarajevo” di Jaromir Nohavica nella versione in lingua polacca.
Musica e testo non sono impossibili da interpretare.
AUGURI da SIMONE e dalla sua band
SARAJEVO traduzione poetica di Guido ROLANDO di Cabaret Schengen
Sarajevo
Tra le piane del nord cattiva è la tormenta
E l’acqua più impetuosa il cuore ci spaventa
migriamo come uccelli, voliamo come falchi
vocali su quaderni che fluttuano nel blu.
Ceppo che alimenti il rosso fuoco
il giaciglio scalda qui
oltre la collina é Sarajevo
e tu mi dirai di sì.
Un prete o un funzionario officeranno il rito
Con l’abito e col velo l’anello indosserai
Lontano porta l’onda del mare che ci unisce
Di stelle è il firmamento che ci illuminerà.
Ceppo che alimenti il rosso fuoco
il giaciglio scaldaci
oltre la collina é Sarajevo
e tu mi dirai di sì.
Io costruirò una casa tutta di pietra bianca
travi di grande quercia sorreggeranno i muri
La forza dell’amore la fortificherà
E non ci sarà colpo che mai l’abbatterà.
Ceppo che alimenti il rosso fuoco
il giaciglio scaldaci
oltre la collina é Sarajevo
e tu mi dirai di sì.
con tutta la mia disperazione nei confronti della guerra ma, contemporaneamente, con tutta la forza che so e che posso,
per oppormi ad essa,
senza se e senza ma …
Sl