Per il compagno Carlo
27 aprile 2011
mattina
autostrada
Siamo in viaggio.
Stiamo andando a salutare Carlo che se ne è andato il 25 aprile.
Se ne è andato, ma, con la cura e la tenerezza che lo hanno sempre contraddistinto, ha fatto in modo di non lasciarci soli.
Carlo è vivo più che mai nel pensiero degli amici valdostani (e non solo) e nei ricordi, vivi e vivaci, degli incontri felici.
Agiamo e tentiamo il ricordo, in modo informale, tentando di non arrecare nessun torto a Carlo, alla sua esistenza e al suo agire, forse per contrastare, e contestualizzare, creativamente, anche con la forza del sorriso, la mestizia di questo momento.
Restituisco le testimonianze raccolte, senza tagli, rispettando lo slang del parlato.
Laura Lucchese
Il ricordo per Laura va “dalle feste delle mie figlie con Carlo col cappellino sai … Era divertentissimo e si divertiva un mondo. Bastava che gli dicessi che erano anarchiche e lui si emozionava. L’idea che queste due bambine decidessero da sole era una cosa che lo divertiva un mondo: quando le vedeva era felicissimo.
Poi ci sono i momenti in cui parlavamo, discutevamo delle cose che piacevano a lui.
L’insegnamento, il senso della storia, il ricordare, il fatto che i giovani non andassero a votare … Allora gli raccontavo come cercavo di far capire ai miei allievi perché era importante andare a votare e non rinunciare ad andare a votare.
Parlavamo di tutto questo.
Gli portavo il gelato perché a lui piaceva molto – perché Carlo era anche così … – e lui si illuminava … era contento.
Amava molto la musica e seguiva quello che faceva Giorgio (musicista, amico di Carlo e marito di Laura, nda).
Il ricordo di Laura corre ad un concerto ascoltato alcuni anni fa, a Gaby (Italy, Valle d’Aosta, nda) .
“Era sempre molto coinvolto in quello che faceva.
Carlo non ti diceva “si” perché si sentiva obbligato a dirti di si.
Diceva sì perché gli faceva piacere e tu lo vedevi nella partecipazione.”
Durante questo concerto ” lo guardavo mentre lui ascoltava e lui ascoltava davvero profondamente.
E’ sempre stato così.
La musica.
Le parole di qualcuno …
Lui ti ascoltava davvero.
Questa è una dote che hanno in pochi.”
Luciana Pramotton
“Quando Carlo è venuto a Pont-Saint-Martin, più di vent’anni fa, sono andata a trovarlo con Marina Zappa … Poi questa amicizia è continuata.
Quando insegnavo ho fatto un seminario alle scuole medie, promosso da Amnesty International, sui diritti umani.
Bellissimo!
Quando ho preparato “Storia e storie” poi l’avevo fatto leggere a Carlo che aveva trovato la cosa interessante, anche dal punto di vista didattico. Era salito ad Aosta in occasione della presentazione e avevamo … cenato tutti insieme” ricorda Luciana sorridendo.
Prima Laura ha parlato di Carlo intellettuale.
Il tratto dominante di Carlo è la sua coerenza con i principi molto impegnativi che lui non ha mai tradito.
Questa è l’essenza di Carlo Ottino.
Questo il suo tratto caratteristico.
Ho avuto la notizia della sua morte in montagna. Ero nella mia baita dove almeno quattro o cinque volte sono venuti Carlo e Wanda.
Ricordo anche che Carlo era un amante dei piaceri anche materiali: il piacere della tavola, del vino … tratto caratteristico della sua persona, questo.
Voilà… Volevo aggiungere una cosa in più rispetto alla sua UMANITA’.”
Donatella Borney
“Il primo incontro con Carlo in verità non lo ricordo. L’ho conosciuto tanti anni fa, perché, come diceva Luciana, era da quasi vent’anni che Carlo veniva in Valle.
Uno degli ultimi ricordi risale invece alla festa del suo compleanno.
Era felice, contento di essere tra gli amici, tra chi condivideva anche le sue idee. L’ultima volta che l’ho visto è stato, in realtà, a casa di Daniela, a ferragosto, l’anno scorso.
Mi ricordo che con lui si parlava di scuola, perché essendo io insegnante e lui ex insegnante …
Lui diceva che il ruolo e la figura dell’insegnante sono molto importanti.
Gli avevo consegnato, qualche anno fa, una copia del giornalino che avevamo fatto nei laboratori di storia per il Giorno della Memoria. Anche in quell’occasione era contento perché gli avevo portato qualcosa di materiale, oltre a quello che gli raccontavo sempre quando ci vedevamo.
Un aspetto che amavo molto di Carlo era che riusciva a leggere le persone. A me aveva detto anche delle cose intime, familiari, pur non conoscendomi tantissimo. Sì, ci conoscevamo ma non gli avevo mai confidato certe cose. Invece lui era riuscito a fare una lettura intima.
Poi mi piaceva tantissimo il suo lato così un po’ anarchico, sì … Ride.
Un altro aspetto che amavo del suo carattere era la sua determinazione. Era molto determinato. Anche il fatto che portasse sempre, quando poteva, gli alunni a fare la gita scolastica nel campo di concentramento … e insomma una delle tante cose belle che ha fatto nella sua vita.”
Daniela Giachino e Giulio Crivellari
“Un ricordo di Carlo…, tanti, tutti legati all’estate che lui e Wanda trascorrevano, da oltre vent’anni, in Valle d’Aosta, luglio e agosto con gli amici valdostani (che in realtà sono anche canavesani). Con un appuntamento fisso, imperdibile: il Ferragosto, tutti insieme a mangiare, discutere, ridere, giocare a carte e cantare, accompagnati dalla chitarra di Graziano.
E il suo amore per i gatti, che condivideva con gli amici: i compleanni, suo e di Wanda, ad agosto, li festeggiavamo insieme
e un regalo era sempre d’ispirazione felina. E la sua passione per i libri che portava, in valigia, in vacanza. L’immagine estiva che ci resta di Carlo: seduto sotto un albero, con un gatto accoccolato sulle gambe, a leggere un libro.”
Per quanto mi riguarda ricordo ore di analisi e scambi appassionati in interminabili discussioni politiche.
Estive.
A cui faceva sempre seguito un buon pranzetto cucinato da Wanda oppure un buon bicchiere di vino.
Grazie Wanda.
Grazie di aver sopportato i nostri tempi di lavoro sempre un po’ troppo fuori tempo.
A Torino abbiamo sempre lavorato sodo.
Il ricordo più forte e politico che mi percuote è da attivisti culturali.
Sembra ieri.
Domenica 27 gennaio 2008. Giorno della Memoria. Sera. Aosta. Espace Populaire. “Collettivamente memoria 2008”
Non è il primo ricordo che ho di Carlo ma è certamente il più forte.
E’ il senso di irripetibilità culturale, storica e politica indelebile che mi rende ancora incredula di fronte a quanto abbiamo realizzato.
Di domenica si sa l’istituzione, i politici, ed anche alcuni istituti storici della Resistenza, sono chiusi.
La storia, ma soprattutto la memoria istituzionali, da tempo sono allineate e si adeguano al calendario lavorativo settimanale.
Carlo quella domenica è tra gli amici, fra cui vi sono Lucio Monaco e la giovane regista Michela Cane, che ri-uniti per un omaggio ad Anna Cherchi, rendono Anna più viva che mai: grazie al ricordo appassionato e commosso di Carlo, alla presentazione dell’opera “La parola libertà. Ricordando Ravensbrück” di Lucio e alla proiezione del film “44145 Anna”.
Mentre andavo a Torino a prendere Carlo e Wanda, alcuni volontari dell’Espace Populaire si facevano in quattro: tra loro c’erano Corrado Ferrarese che allestiva la sala e Riccardo Mascioni che preparava una cena, sobria, ma consona ad un 27 gennaio.
Carlo, indimenticabile, a fine serata, nell’immagine indelebile di un saluto a tutti NOI dell’Espace a pugno chiuso.
In ultimo, ma non per ultimo, mi piace citare la presenza costante e l’accompagnamento da vero amico, oltre alla supervisione storica e letteraria di Carlo nel lavoro di stesura e revisione dell’opera-evento-exhibition “I DIMENTICATI. Un’idea per ricordare” progetto per un’idea di © Silvia Berruto& Giovanna Capitanio.
Ci ha sempre sostenute e aveva incoraggiato l’ampliamento della ricerca per la pubblicazione con passione ed entusiasmo irripetibile.
Metodo e onestà intellettuale.
Questo e tanto altro ho imparato da Carlo e questo dovrò continuare ad imparare.
Resta di lui la coerenza di una vita improntata ai valori democratici, ai valori dell’uguaglianza, alle scelte portate avanti con rigore, metodo, stile e impegno costanti per tutta la vita, che hanno segnato indelebilmente tutti coloro che hanno incontrato Carlo.
Passa ma non finisce la storia di un uomo determinato, mite e maieuta i cui sogni e utopie concrete continuano nell’impegno di tutte e di tutti gli attivisti.
Ciao Carlo.
Un saluto a pugno chiuso
Da tutt* NOI.
con grande riconoscenza
silvia
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