Archivio per novembre 2019

24
Nov
19

LIBERATI ma NON LIBERI. Dedicato a Liliana Segre.

Parte seconda

 

Wissen macht frei. Italo Tibaldi

Se hai tempo di studiare è perché non conosci la vita. In Italia si sta male e non abbiamo il tempo di leggere.

Questo è un post a carattere “vittimistico “ risalente a qualche anno fa.

Post(at)o così il messaggio testuale preclude ogni scambio interlocutorio e la speculazione fra l’emittente – una/un militante di formazione a-culturale – e la/il ricevente – una/un strumentata/o attivista – e relega le parti in un ruolo, spesso insuperabile, di antagonisti.

Un posizionamento Maggiore/minore si potrebbe dire in termini tecnici.

Il web, strutturalmente, abitua all’anonimato, alla non assunzione di responsabilità e alla legittimazione di aprioristici concetti approssimativi e generalisti che sono, quando non contraddittori, perlomeno improbabili in quanto espressi senza il supporto di argomentazioni.

Se per alcuni militanti, qualunquisti o di destra, banalizzare è una strategia per non argomentare, in virtù di assunti supposti e fittizi, di costruzionismi e/o di premesse errate, citati come dati di realtà, allora la sfida va accolta e agita sul piano pedagogico.

Sul piano dell’educazione, ri-educazione, formazione permanenti della popolazione intese in modo trasversale, sul piano della Storia da rimettere in primo piano per farla comprendere e conoscere da chi non studia.

Quanta ignoranza e quanta intenzionale cattiveria nelle espressioni di insulto verso la Senatrice a vita Signora Liliana Segre.

Quanta indifferenza nell’indifferenziato parlare a vanvera di adulti, di giovani, di esponenti delle istituzioni, sboccati cavalcatori di iniziative, spesso strumentali, non riparatorie e meramente simboliche, tra cui metto il riconoscimento, comunque tardivo, della cittadinanza onoraria alla Signora Liliana Segre.

Quanta retorica … quanto poco spazio per l’antiretorica.

Ancora oggi si ripete, in un lungo interminabile assordante silenzio, nei fatti, quanto è riassunto dalla straziante dichiarazione della Senatrice quando dice: Nessuno si mise davanti a quei camion, Silvia Berruto, ® Riproduzione riservata

D’altro conto la recente risoluzione del Parlamento europeo che produce una equiparazione morale , prima ancora che storica, tra regimi totalitari pialla la strada ad un percorso revisionistico di ampia portata (Claudio Vercelli, La demoralizzazione della storia, 10 novembre 2019)

Oggi nessuno si mette davanti alla discriminazione dei diritti umani neppure con le parole, quelle risolutive.

Si lascia che la forza dell’ottusità abbia il sopravvento sul sapere, saper essere, saper fare nel nome di un concetto addomesticato di democrazia in cui ogni sciocchezza ha pari dignità di una fonte accademica.

Del resto Liliana Segre ha ben chiaro che la democrazia svanisce piano piano Nessuno si mise davanti a quei camion, Silvia Berruto, ® Riproduzione riservata

Ma che altro ancora si vuole da una donna come Liliana Segre, salvata, ma non salva, liberata ma non libera, sopravvissuta e non ancora libera di vivere una vita da persona libera?

E se le discriminazioni continuano, se aumentano i destinatari delle stesse, se i discriminatori siano essi insegnanti, rappresentanti (rappresentanti?) delle istituzioni, militanti di destra, o idioti di ordinaria impreparazione, continuano indisturbati a fomentare odio, chi deve opporsi e dire il fatidico NO ?

Se progetti culturali e di memoria sono censurati, presi in giro (raggirati) da esponenti delle istituzioni per un fuorviato esercizio del dominio, se dipendenti di biblioteche, erroneamente chiamati bibliotecari, discriminano minori durante la lettura collettiva della Costituzione Italiana, se insegnanti  poco presenti al presente, al passato e al futuro, cancellano ir-responsabilmente e a loro insaputa, dieci anni di un progetto-intervento sulla memoria,  allora è giunto il tempo per una rieducazione allargata.

Per questo è necessario il dovere di non collaborare uno degli stili e dei temi forti del progetto- intervento Collettivamente memoria.

Con la mission di agit-prop e di propositori, come sempre, ci saranno i giovani adulti che, contro e al di là delle discriminazioni ricevute, sapranno tenere la schiena dritta e testimoniare ancora.

PASSEURS.

Saremo ancora una volta dei PASSEURS. Speriamo di cultura/e.

Per dare senso alla tragica assurdità della vita (Daniel Pennac, Una lezione di ignoranza)

NOI contro tutte le prediche inutili, contro le dichiarazioni di coloro che non sanno quello che dicono ma lo dicono lo stesso, contro dotti medici e sapienti ce ne faremo una ragione di essere, non solo ma anche, ignoranti.

Forse ignoranti ma PASSEURS.

Ed è ben più di un ruolo è un modo di essere, un comportamento.

I Passeurs sono sono curiosi di tutto, leggono tutto, non si accaparrano niente e trasmettono il meglio al maggior numero di persone.

Passeurs sono i genitori che  [ …] sperano di farne (dei figli,ndr) lettori di lungo corso.

Passeur è il professore di lettere la cui lezione ti fa venire voglia di correre subito in libreria [].

Passeur è il libraio che inizia i giovani clienti agli arcani della classificazione, […] che fa della libreria il loro universo.

[…]

Passeur è il lettore la cui biblioteca contiene solo pessimi romanzi o saggetti di quart’ordine, perché i libri migliori li ha prestati e nessuno glieli ha restituiti.

(Extraits: Daniel Pennac, Una lezione di ignoranza)

 

 

PASSEURS come modo e stile di vivere, come disobbedienti, col dovere di non collaborare, continueremo in ciò che è giusto: testimoniare, fare storia e memoria, opporci alle derive fasci-naziste, razziste, ai rigurgiti antisemiti, a tutte le forme di qualunquismo che sapremo intercettare.

Nel quotidiano, nel progetto culturale Collettivamente memoria e nella memoria di tutti i giorni.

 

 

Silvia Berruto, amica e persuasa

® Riproduzione riservata

11
Nov
19

LIBERATI ma NON LIBERI. Dedicato a Liliana Segre

Wissen macht frei  (Italo Tibaldi)

 

Dal giorno della Memoria alla memoria di tutti i giorni.

Questo il passaggio di consapevolezza collettiva che auspicava il maestro e amico Italo Tibaldi.

Deportato politico – un triangolo rosso – a sedici anni, sopravvissuto al campo di Mauthausen-Ebensee, liberato (ma mai più libero), ”tornato” a casa, Italo ha passato tutto il resto  della sua (R)esistenza successiva a ricostruire la Transportliste dei 44.000 donne e uomini Italiani deportati nei campi nazisti.

Il monito della sua appassionata e convinta volontà di accompagnamento politico storico e culturale di coloro che si sono relazionati con lui fossero ricercatrici e ricercatori, studiose e studiosi, studentesse e studenti – la sua casa era sempre aperta e il suo tempo sempre generosamente “dedicato”  e dispensato a chi voleva conoscere, è stato, non a caso, Wissen macht frei.

Perché tutti, ma soprattutto i giovani, non portassero il cervello all’ammasso e imparassero il deuteroapprendimento (imparare ad imparare) e ad argomentare.

A fare storia e memoria.

Riconoscendo Storie e Memorie.

Non necessariamente (se mai e quando mai potessero esserlo) condivise.

Con onestà intellettuale.

Tibaldi esortava a restare ben ancorati alla Storia – studiandola, conoscendola e dominandola – , diceva di vivere da protagonisti dentro la stessa, senza lasciare spazio ai revisionisti e ai negazionisti, munendosi di quella “valigia degli attrezzi” che solo una formazione permanente, individuale e collettiva, può garantire.

Ai giovani devo un messaggio di speranza e di fiducia nei più alti valori umani. Insieme, giovani di ieri e di oggi, TUTTI TESTIMONI, siamo impegnati in una nuova Resistenza contro la cultura della riduzione, del revisionismo e dell’oblìo …”

(Dall’orazione di Italo Tibaldi al monumento italiano, Mauthausen 18 maggio 2008)

 

Per una cultura e una conoscenza che sole rendono liberi.

 

Ma contro l’oblìo è necessario fare storia e memoria: la memoria di tutti i giorni.

E se “Ricordare vuol dire non morire”, come ricorda Kriton Athanasulis, cosa vuol dire non morire ?

Vuol dire rendere immortale chi è stata/o deportata/o per quello che era e non per qualcosa che aveva commesso e non è tornata/o.

Come ?

Con Italo Tibaldi:

[…]

” … i campi per politici

… campi di eliminazione

… campi nei quali abbiamo … visto tutti i nostri compagni …

che purtroppo non sono tornati …

non abbandonati a se stessi perché non è giusto dire così …

forse hanno vinto anche loro …

quando abbiamo vinto noi tornando a casa …

se abbiamo continuato a fare il nostro dovere.”

Con Kriton Athanasulis: “Ti lascio la memoria di Belsen e Auschwitz”.

Uno dei nostri doveri metodologici oggi potrebbe essere quello di mettere in primo piano la Storia, per capire la Shoah e per farla comprendere a chi non studia, nella prospettiva suggerita dallo storico Walter Barberis, docente di metodologia della ricerca storica all’Università di Torino: solo la storia si propone e dovrebbe “risolvere il caso, identificare i colpevoli, svelarne i moventi, spiegare ciò che è avvenuto, come e perché”.

Un secondo atto metodologico potrebbe consistere nel dare il giusto riconoscimento agli osservatori e alle commissioni, antenne e strumenti irrinunciabili per analizzare, misurare e restituire lo stato delle cose, i fenomeni di violenza intolleranza razzismo antisemitismo e istigazione all’odio, al fine di contrastarne le derive.

La Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza proposta dalla Senatrice a vita Signora Liliana Segre è stata approvata dal Senato nella seduta del 30 ottobre scorso con una mozione approvata con 151 voti favorevoli, nessun voto contrario e 98 astensioni tutte provenienti dai banchi del centro destra.

La Commissione ha compiti di osservazione, studio e iniziativa per l’indirizzo e il controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o  gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche e psichiche.

Ha una funzione propositiva, di stimolo e di impulso nell’elaborazione e nell’attuazione delle proposte legislative, ma promuove anche ogni altra iniziativa utile a livello nazionale, sovranazionale e internazionale. Essa controlla e indirizza la concreta attuazione delle convenzioni e degli accordi sovranazionali e internazionali e della legislazione nazionale relativi ai fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e di istigazione all’odio e alla violenza, nelle loro diverse manifestazioni di tipo razziale, etnico-nazionale, religioso, politico e sessuale.

La Commissione svolge anche una funzione propositiva, di stimolo e di impulso, nell’elaborazione e nell’attuazione delle proposte legislative, ma promuove anche ogni altra iniziativa utile a livello nazionale, sovranazionale e internazionale. A tal fine la Commissione: a) raccoglie, ordina e rende pubblici, con cadenza annuale: 1) normative statali, sovranazionali e internazionali; 2) ricerche e pubblicazioni scientifiche, anche periodiche; 3) dati statistici, nonché informazioni, dati e documenti sui risultati delle attività svolte da istituzioni, organismi o associazioni che si occupano di questioni attinenti ai fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo, sia nella forma dei crimini d’odio, sia dei fenomeni di cosiddetto hate speech; b) effettua, anche in collegamento con analoghe iniziative in ambito sovranazionale e internazionale, ricerche, studi e osservazioni concernenti tutte le manifestazioni di odio nei confronti di singoli o comunità. A tale fine la Commissione può prendere contatto con istituzioni di altri Paesi, nonché con organismi sovranazionali e internazionali ed effettuare missioni in Italia o all’estero, in particolare presso Parlamenti stranieri, anche, ove necessario, allo scopo di stabilire intese per il contrasto all’intolleranza, al razzismo e all’antisemitismo, sia nella forma dei crimini d’odio, sia dei fenomeni di hate speech; c) formula osservazioni e proposte sugli effetti, sui limiti e sull’eventuale necessità di adeguamento della legislazione vigente al fine di assicurarne la rispondenza alla normativa dell’Unione europea e ai diritti previsti dalle convenzioni internazionali in materia di prevenzione e di lotta contro ogni forma di odio, intolleranza, razzismo e antisemitismo; la Commissione, quando necessario, può svolgere procedure informative ai sensi degli articoli 46, 47 48 e 48-bis del Regolamento; formulare proposte e relazioni all’Assemblea, ai sensi dell’articolo 50, comma 1, del Regolamento; votare risoluzioni alla conclusione dell’esame di affari ad essa assegnati, ai sensi dell’articolo 50, comma 2, del Regolamento; formulare pareri su disegni di legge e affari deferiti ad altre Commissioni, anche chiedendone la stampa in allegato al documento prodotto dalla Commissione competente, ai sensi dell’articolo 39, comma 4, del Regolamento; entro il 30 giugno di ogni anno, la Commissione trasmette al Governo e alle Camere una relazione sull’attività svolta, recante in allegato i risultati delle indagini svolte, le conclusioni raggiunte e le proposte formulate; la Commissione può segnalare agli organi di stampa ed ai gestori dei siti internet casi di fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche, quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche, richiedendo la rimozione dal web dei relativi contenuti ovvero la loro deindicizzazione dai motori di ricerca.

Le compagini e le “agenzie” di propaganda e di reclutamento che sull’anonimato del web basano la diffusione dei contenuti della loro Weltanschauung e delle loro azioni di hate speech e hate crimes non possono che essere preoccupate e ovviamente contrarie alla Commissione. La loro matrice “politica” è nota ed è da presumersi che dovrebbe esserlo anche alle forze dell’ordine oltreché alla polizia postale.

L’idea della creazione della Commissione, una buona pratica, ha scatenato irricevibili manifestazioni di odio verso la Senatrice a vita Liliana Segre, prima firmataria, personalizzandone in modo errato l’istituzione. Essa indagherà sull’odio razziale e antisemita che riguarda tutti i cittadini italiani non solo gli Ebrei Italiani. In un’Italia che non disconosce i gruppi di estrema destra e non li delegittima e in un’Europa che non ha completato il processo di unificazione politica e in cui la tensione è alta e gli episodi antisemiti continui. Ricordo qui in Danimarca, tra la notte del 9 e 10 novembre anniversario della Notte dei cristalli (1938), sono state profanate con graffiti antisemiti. 84 lapidi nel cimitero ebraico di Randers.

Nel mondo l’aumento di episodi di antisemitismo, secondo uno studio dell’Università di Tel Aviv, è restituito da dati inequivocabili: la crescita di episodi violenti, dati 2018, era stata del 13% in tutto il mondo, passando da 342 a 387.

Nei primi nove mesi di quest’anno, secondo le denunce in Italia, gli episodi sono stati 190, il 70 % dei quali su  Internet.

– continua –

 

Silvia Berruto, amica e persuasa della Nonviolenza

® Riproduzione riservata




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