Archivio per novembre 2010

28
Nov
10

Mohamed, per tutti “Mimmo” è stato espulso. Deportato in Egitto

Mohamed, per noi “Mimmo” è stato deportato in Egitto

Per TMS_TRANSCEND MEDIA SERVICE

Solutions-Oriented Peace Journalism

 

Giovedì 18 novembre 2010, alle ore 14,30 l’aereo che riporta Mohamed al Cairo è decollato da Malpensa.

Oltre ai 9 migranti deportati martedì 16 novembre, giovedì con Mimmo c’era un altro fratello.

“L’aereo sta partendo … davanti a me” – dice sconsolato Leòn – “l’aereo è in movimento …”

Arun, Jimi, Rachid e Sajat erano scesi dalla gru di Brescia solo tre giorni prima, lunedì 15 novembre, alle venti e cinquanta.

Dopo diciassette giorni di resistenza civile nonviolenta per alcuni dei 9 resistenti saliti il 30 ottobre sulla gru del presidio di Via San Faustino in Piazzale Cesare Battisti nel quartiere  multietnico del Carmine a Brescia.

La lotta dei migranti per il permesso di soggiorno continua.

Tenuto in isolamento nel CIE di via Corelli, a Milano, da lunedì a giovedì sino al momento della partenza, Mohamed ha pagato il prezzo di essere uno dei leader della lotta per i diritti di tutti i migranti e per la sanatoria.

Era stato fermato lunedì, a Milano, mentre cercava di evitare l’espulsione dei nove fratelli deportati il 16 novembre scorso.

Mohamed è riuscito a mettersi in contatto col suo avvocato poco prima del decollo, quando già era in aeroporto: Terminal 1, imbarco asl, gate B01.

Impossibile per il legale, Sergio Pezzucchi, recapitare a Mohamed documenti ed effetti personali.

Per mercoledì 17 novembre avevo preparato un report sulla fine della protesta sulla gru ed eravamo pronti per la registrazione di un contributo per una radio lombarda quando, nel primo pomeriggio, considerata la situazione in “certa” evoluzione, ho deciso di rinviare la diffusione del mio contributo-analisi che, a tutt’oggi, ancora non abbiamo diffuso via etere.

Purtroppo ho avuto ragione. Del resto non bisogna essere degli esperti internazionali.

Pezzucchi ha affermato: “Un’esecuzione così rapida di un provvedimento non si è mai vista. Significa che tutto era già programmato sin dal suo fermo.”

Le azioni legali immediate verteranno sul portare avanti i ricorsi. Il ricorso fondamentale dovrebbe essere quello relativo al rigetto della domanda di sanatoria di Mohamed affinché venga annullato e perché Mohamed possa tornare in Italia per completare la sua procedura di regolarizzazione.

“L’aereo sta decollando in questo momento…noi lo stiamo guardando dalle vetrate dell’aeroporto … ” dice Sergio Pezzucchi.

Gli aggiornamenti della serata di venerdì 19 novembre, secondo fonti accreditate e il report permanente, e puntuale, di Radio Onda d’Urto di Brescia, segnalavano che Mohamed-Mimmo si trovava ancora in aeroporto perché le autorità italiane lo avrebbero espulso senza ridargli il passaporto.

Si ascolti con fratellanza, compassione – nell’accezione più esclusivamente laica e greca – e onestà intellettuale, la voce di Mimmo. Dal Cairo, accompagnato ancora da chi, come Radio Onda d’Urto, ottempera alla parola data: non lasciare MAI SOLI i resistenti.

Notizia del 22 novembre scorso.

Tutti i giorni il presidio si ricompone, sempre in Via Faustino, a Brescia, dalle 17,30 in poi , poco distante dalla gru: per discutere e per continuare la lotta.

E’ in atto una campagna straordinaria di sottoscrizione per garantire il supporto legale per tutte le persone arrestate durante la protesta civile nonviolenta e per i ricorsi di tutti coloro che sono stati rinchiusi nei Cie e poi deportati.

Per le sottoscrizioni consultare la notizia su Radio Onda d’Urto del 22 novembre

Questa sera alle 20.00, proprio mentre sto chiudendo quest’ultimo aggiornamento, c’è grande attesa al presidio per Alex Zanotelli.

Resta

oltre al gran ” da fare” che bisogna fare

e al più presto

l’impossibilità a dirsi

per molte e molti di noi 

cittadine e cittadini italiani

Ho pianto

Per l’impotenza, nel dolore e nel tentativo di voler essere

anche

giornalista contro il razzismo

 

silvia berruto

 

portese – san felice del benaco – 27 novembre 2010

 

la voce di Mohamed-Mimmo 

http://www.radiondadurto.org/blog/2010/11/22/prosegue-la-lotta-per-i-permessi-di-soggiorno-e-per-i-diritti-dei-migranti/

sottoscrizioni

http://www.radiondadurto.org/blog/2010/11/22/campagna-straordinaria-di-sottoscrizione-per-sostenere-la-lotta-per-il-permesso-di-soggiorno/

18
Nov
10

Brescia. Il presidio continua

Dalle 17, 30 di oggi riprende il presidio PERMANENTE

per IL PERMESSO DI SOGGIORNO

per TUTTE E PER TUTTI

 

davanti alla chiesa di San Faustino

 

18
Nov
10

Mohamed, per tutti Mimmo, è stato espulso. Deportato o rimpatriato in Egitto

Mohamed durante la manifestazione
Brescia – 6 novembre 2010 –  © Photo Silvia Berruto

Oggi, giovedì 18 novembre 2010, alle ore 14,30 l’aereo che riporta Mohamed al Cairo è decollato da Malpensa.
Oltre ai 9 migranti deportati martedì 16 novembre, oggi con Mimmo c’è un altro fratello.

“L’aereo sta partendo … davanti a me” – dice sconsolato Leòn – “l’aereo è in movimento …”

Arun, Jimi, Rachid e Sajat erano scesi dalla gru di Brescia solo tre giorni fa, lunedì 15 novembre, alle venti e cinquanta.
Dopo diciassette giorni di resistenza civile nonviolenta.
La lotta continua.

Tenuto in isolamento nel CIE di via Corelli, a Milano, da lunedì ad oggi sino al momento della partenza, Mohamed ha pagato il prezzo di essere uno dei leader della lotta per i diritti di tutti i migranti e per la sanatoria.
Era stato fermato lunedì, a Milano, mentre cercava di evitare l’espulsione dei nove fratelli di cui sopra.
Mohamed è riuscito a mettersi in contatto col suo avvocato solo pochi minuti prima del decollo, quando già era in aeroporto: Terminal 1, imbarco asl gate B01.
Impossibile per il legale recapitargli documenti e oggetti personali.

Avevo pronto un report scritto sulla cronaca della fine della protesta sulla gru. Ed eravamo pronti per la  registrazione di un mio contributo da diffondere su una radio lombarda.
Ieri, nel primo pomeriggio, considerata la situazione in “certa” evoluzione, ho deciso di rinviare la  comunicazione del mio contributo-analisi.
Purtroppo ho avuto ragione. Del resto non bisogna essere degli esperti internazionali.

Il legale di Mohamed dice: “Un’esecuzione così rapida di un provvedimento non si è mai vista. Significa che tutto era già programmato sin dal suo fermo.”
Le azioni legali immediate verteranno sul portare avanti i ricorsi. Il ricorso fondamentale dovrebbe essere quello relativo al rigetto della domanda di sanatoria di Mohamed perché venga annullato e perché possa tornare in Italia per completare la sua procedura di regolarizzazione.
“L’aereo sta decollando in questo momento…noi lo stiamo guardando dalle vetrate dell’aeroporto … ” dice Sergio Pezzucchi.

Ho pianto.
Nell’impotenza e nel dolore di tentare di voler essere
anche
giornalista contro il razzismo

silvia berruto

16
Nov
10

TUTTI ASSOLTI per la strage di Piazza Loggia

Ho appreso con sconcerto da pochi minuti e grazie all’ultimo aggiornamento di radio Onda d’Urto di Brescia che sono stati tutti assolti gli imputati per la strage del 28 maggio 1974

RADIO ONDA D’URTO

10
Nov
10

Singh scende dalla gru. Oggi, mercoledi 10 novembre alle 14,30

Ore 14.30:

uno dei sei migranti sulla gru, Singh di nazionalita’ indiana, è sceso poco fa perchè le sue condizioni di salute non gli permettevano piu’ di continuare la lotta.

Appena toccato terra è stato prelevato dalla Digos e portato in questura.

info estrapolata dal sito di  RADIO ONDA D’URTO

Ore 14.30: uno dei sei migranti sulla gru, Singh di nazionalita’ indiana, è sceso poco fa perchè le sue condizioni di salute non gli permettevano piu’ di continuare la lotta. Appena toccato terra è stato prelevato dalla Digos e portato in questura.

Ore 14.20: tutti convalidati anche gli arresti dei sette immigrati detenuti al Cie di Corso Brunelleschi a Torino.

Sentiamo l’avvocato Massimo Pastore.

09
Nov
10

Brescia 6 novembre 2010: una manifestazione noviolenta

E’ stata una manifestazione a tutti gli effetti nonviolenta.
A supporto di una resistenza civile nonviolenta.
Da manuale.
Nonostante le cariche della polizia avvenute, come da testimonianze e fonti certe, sabato 30 ottobre, senza alcun motivo di ordine pubblico.

Più di 10.000 persone hanno partecipato alla manifestazione di sabato 6 novembre “Contro la crisi e lo sfruttamento siamo tutti sulla stessa gru. Libertà. Diritti. Permesso subito.”
Persone e gruppi giunti da tutta Italia, tra cui Sinistra Critica, Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista, i Radicali, la Cgil, Cobas, Usb, Emergency, il Comitato di solidarietà internazionalista, come dalla stessa Brescia dove il presidio permanente ha accompagnato i migranti senza lasciarli soli.
Mai.
Sin dal 29 settembre scorso. Occupandosi di fornire loro indumenti caldi, cibo anche a cura delle kebaberie della città restando in contatto radio e telefonico permanente con quei sei resistenti sulla gru. Per stare vicini e insieme “in diretta.”

Il servizio d’ordine, a cura dei migranti, ha assicurato alle bambine e ai bambini, agli anziani e alle donne, ovvero a tutti i partecipanti di manifestare contro la clandestinità per l’ottenimento immediato del permesso di soggiorno per tutti coloro che hanno presentato a suo tempo “regolare” domanda di regolarizzazione.

Il corteo è partito da una Piazza Loggia, gremita, dopo gli interventi di alcuni migranti e di Umberto Gobbi dell’associazione Diritti per tutti” di fronte al palazzo comunale, si è snodato per tutta la città per tornare, dopo circa tre ore, di nuovo sotto alla gru.

Gli slogan sono stati articolati e urlati con composto e determinato senso di lotta: “Lotta dura senza paura, basta razzismo, no alla violenza, abbiamo la forza, basta truffa.”

Molte le italiane e gli italiani a fianco dei migranti nell’esercizio COLLETTIVO del diritto di espressione e di manifestazione sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana, da altre costituzioni, dalla Dichiarazione dei Diritti dell’uomo, legati dal dovere, anch’esso collettivo, di dire basta all’illegalità: indotta, assunta, promossa, subita, tollerata, non repressa. Magari anche dallo stato.

Al rientro del corteo le voci, in lingua araba prima e in italiano poi, di Arun, Jimi e Rachid si levano, da “sopra la gru”, per ringraziare i manifestanti e  per riconfermare le loro intenzioni: “Noi non scendiamo” così come la base, da “sotto la gru”, intende continuare l’azione di supporto e di accompagnamento dei resistenti. Arun continua: “Noi dobbiamo andare avanti finché non ci saranno date risposte positive. Noi dobbiamo vincere questa battaglia. Questa non è una manifestazione adesso è diventata una battaglia per i diritti. Andremo avanti per vincere questa battaglia. Noi abbiamo deciso: noi staremo qua.”

Dalla testa del corteo riprende la parola Umberto Gobbi smentendo, ancora una volta, le illazioni secondo le quali si stanno strumentalizzando i migranti. Umberto rilancia ancora. “Due sono gli appelli fondamentali: Non lasciamoli soli! Abbiamo la forza? Si!
Ciò che ripetiamo da una settimana è l’invito a riprodurre in ogni città iniziative forti: di lotta e di mobilitazione.”
Ricorda a tutti che lo striscione bianco, che sta sventolando insieme a quelli con cui sono saliti i fratelli, è dei lavoratori della RSU di Milano che nel 2009 hanno difeso il loro posto di lavoro e la loro fonte di reddito. “I lavoratori italiani e i lavoratori immigrati hanno gli stessi diritti, hanno gli stessi e gli stessi bisogni e devono lottare per gli stessi diritti. Sono la stessa gente.” Ai Bresciani Umberto chiede di tornare al presidio fin quando la protesta andrà avanti perché ” noi non lasceremo soli i fratelli neanche un minuto!”

Poi è la volta di una ragazza migrante, poco più che una bimba ma molto determinata che chiameremo con un nome di fantasia. “Sono Sameera e sono antirazzista. Ascoltate bene la mia voce, grazie. Buonasera a tutti. Faccio una richiesta per fare un forte applauso a quelle persone che, sabato scorso, sono state prese a bastonate ma non sono andate via. Tutte le nostre manifestazioni sono fatte rispettando la legge e fino ad oggi non c’è mai stato nessun problema. Ma anche se rispettiamo la legge PERCHE’ VENIAMO PICCHIATI?”

Si alternano poi al microfono voci, solo maschili, di migranti in diverse lingue alternate a quelle di, solo, tre donne italiane.

Rita Bernardini, deputata radicale, inizia e finisce il suo intervento, con un “grazie”.
“Grazie ragazze e ragazzi. Sono una deputata e vengo dal Parlamento, dalla Camera dei deputati, da quel luogo dove non si fanno le leggi e se si fanno, si fanno sbagliate. Quello che dobbiamo ottenere è che una cosa giusta, una cosa prevista dalla Costituzione e dal diritto internazionale si affermi anche in questo nostro paese. E voi lo fate con il metodo pacifico, della nonviolenza, del dialogo.
Noi dobbiamo ottenere subito un dialogo diretto col ministro degli interni perché deve dare molte risposte.
Noi abbiamo presentato un’interrogazione proprio per coloro che hanno occupato quella gru in un modo pacifico.
E’ questo il messaggio di unità che dobbiamo dare in tutta Italia.
Noi abbiamo presentato una proposta di legge, la presenteremo anche alla Camera dei deputati, per estendere la sanatoria, oggi limitata a colf e badanti, a tutti gli altri lavori.
Perché siamo convinti che non si possono lasciare migliaia e milioni di persone nella clandestinità: questo fenomeno deve emergere.
Dobbiamo affermare diritto, legalità, legge.
Vogliamo, insieme a voi, una legge sulla sanatoria per tutti.
La lotta non sarà facile. Dobbiamo fare insieme e insieme lottare.”

Una cittadina bresciana sale sul furgoncino e srotola una bandiera della pace autografata dai manifestanti e fa un intervento articolato che sintetizzo.
” Cari amici che siete sulla gru vogliamo abbracciarvi forte, ma molto forte. In questo momento questa piazza vibra con voi. Vi vogliamo arrivare questa bandiera della pace con le nostre firme. La vostra lotta è la lotta di tutti…
Siete tutti quanti come noi. Lo stesso sangue scorre nelle nostre vene come nelle vostre.
Nessuna differenza può essere ammessa fra gli esseri umani.”
E’ l’unico intervento che rivendica il diritto di voto per i migranti.
“Avanti. Resistete!”

Silvia Berruto, giornalista contro il razzismo

Arun, Jimi, Rachid, Sajad, Singh e Abdalla sulla gru
Brescia – 6 novembre 2010 – © Photo Silvia Berruto

08
Nov
10

Brescia. Report a cura di Joey

Incontrarsi a Brescia. Condividere le motivazioni e dare un contributo.

Tutti hanno visto le riprese televisive sulle modalità delle cariche della polizia e i cittadini-manifestanti strattonati.

So che i colpi dei manganelli hanno colpito.

Lo so per info dirette. Così come le cifre. Il numero delle persone presenti ad un presidio che c’è ancora.

Eccole.

Grazie a joey

Alle 6.07 della mattina di oggi, lunedì 8 novembre, le forze dell’ordine sono intervenute per sgomberare il presidio sotto alla gru in piazza cesare battisti. Nel giro di quattro ore tutti i principali rappresentanti dell’associazione diritti per tutti sono stati fermati e portati di peso in questura, accusati di aver illuso i manifestanti e di averli fomentati. Un’assoluta distorsione della realtà dei fatti, che vede i migranti illusi dallo stato italiano e l’associazione diritti per tutti nel ruolo di moderatrice della folla. Tra di loro molte ragazze, le quali sono state strattonate e ripetutamente insultate dai funzionari di polizia. Oltre agli attivisti dell’associazione  sono state portate in questura anche alcuni cittadini bresciani che, pur non essendo giornalisti di professione, stavano riprendendo gli avvenimenti con le loro telecamere o chiedevano semplicemente delucidazioni ai poliziotti riguardo alla situazione. A loro veniva risposto che la polizia non è lì per dare spiegazioni, ma per eseguire ordini che arrivano dalla questura. Mentre venivano rimossi gli striscioni e i cartelli appesi intorno al recinto del cantiere in via San Faustino molti cittadini bresciani iniziavano a radunarsi per portare solidarietà ai migranti ma le forze dell’ordine, dopo averli ripetutamente intimati di allontanarsi e disperdersi, hanno infine caricato la folla dando il via ad un grave episodio di violenza ingiustificata su un gruppo di persone assolutamente pacifiche. Tutto questo veniva giustificato dal vice questore come un’operazione atta a preservare l’incolumità dei manifestanti, ma l’impressione è che fosse solo un tentativo di innervosire i presenti per approfittare di eventuali attacchi alle forze dell’ordine, cosa che però non è accaduta. Il gruppetto iniziale di circa un centinaio di persone è cresciuto rapidamente nel corso del pomeriggio, creando una spontanea manifestazione di solidarietà composta in larga parte da cittadini italiani. Mentre scrivo (sono circa le 18.00) la situazione è in stallo. Circa mille persone, ripeto, assolutamente pacifiche, sono radunate di fronte al cordone di poliziotti che impedisce il passaggio fino alla zona della gru, ma non si capisce quali siano le intenzioni della questura. Forse attendono semplicemente che la folla inaspettatamente numerosa si disperda spontaneamente, ma tra i manifestanti c’è il timore di nuove cariche sul corteo ma sarebbe l’ennesimo errore ingiustificato in una giornata che ne ha già visti troppi e tutti da parte delle forze dell’ordine.

joey k

08
Nov
10

BRESCIA. in 300 sotto la gru

Alle 13 e 19 erano in circa 300 al presidio

Aggiornamenti in diretta su quanto accade in Via San Faustino Presidio sopra e sotto la gru


06
Nov
10

“Lačò Drom” Cena

È morta “Cena” Huseinović
 

sopravvissuta alla deportazione nel campo di sterminio di Jasenovac

All’ospedale San Giovanni Bosco di Torino stanotte si è spenta Cena Huseinović, una delle ultime testimoni Rom sopravvissute alle deportazioni nei campi di sterminio.

Cena ha atteso gli ultimi attimi della sua vita per raccontare gli orrori patiti durante la seconda guerra mondiale nel più grande campo di sterminio dei balcani, a Jasenovac, nella Croazia a quel tempo governata dagli “ustascia” alleati delle forze nazi-fasciste. Lo ha fatto a gennaio, nell’ultima Giornata della Memoria celebrata a Torino dalle donne di Idea Rom, ricordando il “Porrajmos”, la shoah dei Rom, da lei vissuto in prima persona.

Cena quel giorno era visibilmente commossa ma, al tempo stesso, convinta e determinata nel “donare” la sua testimonianza alle giovani Rom, quasi a passar loro il compito di ricordare nel tempo cosa tutta l’umanità dovrebbe evitare di ripetere.

Cena aveva 12 anni quando, nel 1942 a Višegrad (Bosnia centrale), venne catturata assieme ai suoi parenti e caricata in un treno che la portò prima a Sarajevo e poi a Jasenovac. In quel campo i deportati erano costretti a lavorare nella produzione di mattoni e catene e, quando gli sforzi e la fame li indebolivano, venivano uccisi e gettati ancora moribondi nel fiume Sava. Cena in quel fiume ritrovò anche il cadavere della madre, con i seni mutilati ed i pesci che ne divoravano le carni. Le donne venivano violentate, gli uomini crocifissi sugli steccati, a chi tentava di fuggire venivano tagliati i piedi. Quasi tutta la famiglia di Cena venne sterminata, lei sopravvisse assieme alle sorelle e ai fratelli più piccoli grazie all’aiuto di un loro ex vicino di casa amico di Latif, il promesso sposo di Cena, a quei tempi “il più bravo artigiano fra i Rom calderai”.

Ma la memoria del Porrajmos a Jasenovac è quasi scomparsa, con i documenti irrimediabilmente distrutti pochi giorni prima della liberazione e gli edifici spianati dagli ustascia prima della fuga. Secondo gli storici in Croazia furono uccisi 600 mila tra ebrei, rom, serbi, mussulmani e partigiani, quasi tutti nel campo di Jasenovac. I cadaveri venivano seppelliti in fosse comuni sulle rive della Sava ma per anni, durante le esondazioni, i corpi dei cadaveri riaffioravano e venivano trascinati dalle acque.

A Jasenovac, come in altre parti del mondo, nessun monumento ricorda lo sterminio dei Rom.

“Lačò Drom” Cena, buon viaggio nella lingua dei Rom.

 

Torino, 5 novembre 2010

Con l’impegno di continuare a ricordare

Silvia Berruto, giornalista contro il razzismo e forse un giorno gagì engagée

05
Nov
10

BRESCIA. MANIFESTAZIONE PER I PERMESSI DI SOGGIORNO e PER ALTRI DIRITTI

oggi sabato 6 novembre  – ore 15.00 – piazza della loggia

MANIFESTAZIONE

per i permessi di soggiorno, contro la clandestinità e lo sfruttamento

Per i diritti di tutti, italiani e immigrati

 

 

io ci sarò

silvia berruto, giornalista contro il razzismo




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