Archivio per giugno 2021

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Giu
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25 giugno 1946 – 25 giugno 2021. 75 anni. E’ viva la Costituzione

Italy, Lombardia, Brescia 25 giugno 2021, Piazza Vittoria

Estratto dall’articolo originale

Nel 75mo anniversario della prima seduta dell’Assemblea Costituente, si è svolta a Brescia, venerdì 25 giugno 2021, la manifestazione denominata E’ viva la Costituzione. A coronamento di un percorso realizzato da Manifesto Costituente – gruppo informale di circa 50 associazioni del territorio bresciano – ri-unitesi attorno alla Costituzione della Repubblica Italiana. Nel segno dell’antifascismo, per ribadirne l’attualità, sollecitarne l’attuazione completa e, il 25 giugno, per celebrarne il portato culturale, politico e sociale. 

Infatti c’è distanza fra quanto proposto dal dettato costituzionale e la realtà in termini di diritti, lavoro, libertà e cittadinanza, come si legge sulla locandina di invito alla manifestazione a cura di Manifesto Costituente.

L’idea di Manifesto Costituente è di Laura Forcella, attiva nella Commissione Scuola ANPI Dolores Abbiati di Brescia, supportata inizialmente dal suo Presidente il Professore Romano Colombini e da tutta la Commissione Scuola.

Forcella ha lanciato con grande energia, professionalità e capacità di promuovere aggregazione, un lavoro di rete durato 8 mesi culminato nella manifestazione del 25 giugno. 

« L’idea è nata in Commissione Scuola nel momento più nero della pandemia, quando si pensava, da una parte, che tutto dovesse cambiare e, dall’altra, si temeva che, in realtà, questa necessità di cambiamento non fosse colta e che si potesse pericolosamente continuare come prima … quello che sta succedendo …

L’idea è stata di ricominciare a parlare di politica, proprio dal basso, per ritrovare il gusto del confronto, per immaginare un futuro che forse non è così lontano da quello che i padri e le madri costituenti avevano scritto nella Costituzione.

L’idea è che nella Costituzione è già scritto un modello di Italia che, purtroppo, non c’è ancora.

E quindi possiamo pensare di trasformarci, a partire da questo testo che non è per nulla un testo del passato ma è un testo che ci indica il futuro».

Laura ricordala facilità dell’operazione: ovvero quando la commissione scuola ha inviato la lettera in cui chiedeva l’adesione al progetto, tantissime associazioni hanno aderito subito.

«Perché probabilmente c’erano due bisogni.

Uno: quello di aggregarsi, per superare la solitudine e l’isolamento … e quindi la rete: quindi costruire rete.

Due: quello di trovare un punto di aggregazione che era la Costituzione.

… 

Qualcosa che già c’è e che non è abbastanza raccontato.

[… ] 

Noi abbiamo una storia d’orgoglio … che ci raccontiamo poco» conclude Laura Forcella.

Ospite d’eccezione della manifestazione è stata Luciana Castellina, politica, giornalista, scrittrice, una delle fondatrici de «Il Manifesto» parlamentare comunista e eurodeputata, classe 1929.

Castellina ha tenuto una splendida lectio magistralis sulla Costituzione della Repubblica Italiana: sul suo significato storico, politico, culturale e sociale.

Un contributo tutto da ascoltare che è riduttivo sintetizzare.

«La nostra Costituzione del resto è così speciale perché nata da una battaglia. 

Non tutte le costituzioni sono nate da una lotta così vicina come è stata quella che ha portato alla stesura della nostra Costituzione.

È stata una battaglia molto anomala.

in Italia c’è stata una cosa molto diversa rispetto agli altri paesi. Negli altri paesi come la Francia, la Danimarca, il Belgio, l’Olanda si trattava di reinsediare uno stato legittimo democratico che era stato spodestato.

Da noi non c’era questo …

Il nostro stesso stato aveva prodotto il fascismo.

I volontari per la Resistenza – talvolta ci penso e ancora non ci credo – sono stati dei ragazzi che uscivano dalla guerra, o che dovevano scappare da un reclutamento forzato, di nuovo nella guerra, che sono andati in montagna senza avere alle spalle nessuna legittimazione, nessuno che li coprisse, nessuno che li garantisse che, con il loro prendere le armi, e rivoltarsi e ribellarsi, avrebbero, in qualche modo, trovato un appoggio, una legittimazione.

È stato un vero assalto al cielo!

Quei ragazzi che sono andati in montagna non sapevano neanche che cosa potesse essere uno stato democratico perché non l’avevano mai visto. 

Molti di loro uscivano dalle organizzazioni giovanili fasciste e avevano maturato un’opposizione soltanto durante la guerra e per via della guerra …

Ci vuole un bel coraggio a fare quello che hanno fatto!

Questo dato specifico dell’Italia tendiamo a diminuirlo.

E un’altra cosa che non sottolineiamo abbastanza è che la Resistenza è stata certo l’elemento militare importantissimo e decisivo. Ma c’è stato un altro fattore molto particolare e molto importante, soprattuto se pensiamo poi a quello che ha partorito, cioè la Costituzione».

Castellina cita allora lo storico Roberto Battaglia e la sua definizione di società partigiana.

«Per società partigiana voleva indicare una pezzo della società civile, molto largo, che ha partecipato non con le armi alla Resistenza ma che ha costruito, via via nella Resistenza, una nuova immagine di come doveva essere fatto uno stato.

Attraverso la pratica della solidarietà, della ricostituzione della comunità che è solidale, del riconoscimento dell’altro, dell’aiuto reciproco. Attraverso, come li definì Clamandrei, con una bella frase, questi piccoli gesti della vita quotidiana hanno ricostruito le basi della democrazia. E l’hanno fatto con una partecipazione delle donne, dei vecchi dei bambini ognuno ha fatto qualche cosa.

Aprendo le proprie case a chi scappava, a chi aveva bisogno di mangiare, a chi doveva nascondersi, spartendo il proprio pane con chi ne aveva bisogno.

È in quegli anni che si è pensata la Costituzione che si è fatta poi nel 1948.

È stata costruita dall’esperienza, non da un disegno astratto o teorico, ideologico. È nata dall’esperienza.

E una delle cose più straordinarie è la partecipazione delle donne.

[…]

Le donne hanno un ruolo fondamentale, non solo come staffette. Moltissimo lo hanno avuto – erano comunque un pezzo dell’azione militare –  ma nella vita quotidiana.

Ed è per questo, badate, che la nostra Costituzione è stata così. 

La Costituzione è stata così perché nasceva da un’esperienza collettiva da quella che Battaglia ha definito società partigiana.

Per questo la Costituzione è così avanzata.

[…]

Sappiamo che la Costituzione non è ancora messa al riparo di assalto continui di cui è vittima nel tentativo di stravolgerne il significato.

Gli assalti sono continui.

Siamo sempre alle prese con un referendum che ha l’obiettivo di svuotare un pezzo del suo significato.

Con la scusa peggiore che c’è che è quella di dire che si è più efficienti se si discute meno».

[…]

«Oggi siamo alle prese, credo, con qualche cosa che è più grave: l’erosione della democrazia».

Il mònito di Castellina a tutti noi è di stare attenti allo svuotamento della democrazia.

«Se non ci sono le forme organizzate di partecipazione e deliberazione dei cittadini, se non c’è la soggettività che rende i cittadini soggetti anziché sudditi … non ce ne facciamo niente!

Il nostro problema oggi è come cerchiamo di dare contenuti a questa democrazia sennò non riusciremo a mantenere, a difendere, la Costituzione.

Oggi siamo di fronte dunque anche noi ad una necessità d’un assalto al cielo.

Dobbiamo reinventarci il modo di essere della democrazia. Non certo per ridurre quella rappresentativa della nostra Costituzione.

Dobbiamo reinventarci nuove forme di democrazia organizzata che riportino la gente a partecipare.

Siamo di fronte a una reinvenzione necessaria, ad avere la FORZA e la FANTASIA di reinventarci il modo in cui noi viviamo.

[…]

Dobbiamo ritornare ad una situazione in cui ognuno di noi si sente responsabile!».               

Silvia Berruto, antifascista

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05
Giu
21

“Siamo testimoni non perché c’eravamo ma perché continuiamo a esserci”

ITALY, LOMBARDIA, 28 maggio 2021 

47.mo anniversario della Strage di Piazza della Loggia

«Il 28 maggio a Brescia è sempre una data attorno alla quale la città si ritrova e sa raccogliersi.

È ormai una data che appartiene a tutti. Appartiene davvero in senso proprio ampio.

Il TEMA fondamentale per le varie associazioni e ma anche per i singoli cittadini, è proprio quello di ritrovarsi. 

Un’occasione per ritrovarci per sentire, rivivere quei giorni e vedere in che termini e in che modo ci parlano ancora nel nostro presente.

Il tema del manifesto Siamo testimoni non perché c’eravamo ma perché continuiamo ad esserci

è stato suggerito da un cittadino. 

Questo testimonia come questa volontà di esserci diventi trasversale dal punto di vista generazionale.

E non soltanto quindi ‘chi c’era’. Questo ‘continuiamo ad esserci’ vuol dire continuiamo non soltanto a ricordare quel fatto ma anche farlo vivere nelle sue finalità, nei suoi valori, nelle ragioni per cui eravamo in piazza.

Credo che questo sia stato il valore di questo 28 maggio.

Così Manlio Milani, Presidente della Casa della Memoria di Brescia.

«La presenza della Ministra della Giustizia Marta Cartabia ha rappresentato un momento importante e, al contempo, un messaggio.(Presenza online, ndr).

«Un messaggio importante, il fatto di esserci» a dire «che LA RICERCA DELLA VERITA’ non si è chiusa con la sentenza o la prima condanna ma che è un percorso ancora da esplorare, da portare avanti.

Peraltro pensiamo che, entro la fine dell’anno, ci debba essere la chiusura di due nuove istruttorie che sono aperte a Brescia.

La ricerca della verità su questa strage lo sappiamo riguarda anche altre stragi».

La piazza c’è stata tutto il giorno.

«La commemorazione è iniziata, come è tradizione, la mattina con l’omaggio cattolico – la Messa – al cimitero Vantiniano.

Poi è cominciata la sfilata delle delegazioni che entrano in piazza per l’omaggio floreale alla stele.

Anche questa è ormai una splendida tradizione: il portare i fiori. 

Questa pietà laica, iniziata sin da subito 47 anni fa, si è ripetuta ancora.

Alle ore 10,12 (ora dello scoppio della bomba il 28 maggio 1974,ndr) otto rintocchi della campana dei Macc de le ùre sulla Torre dell’Orologio, in ricordo delle vittime di Piazza della Loggia: 

Giulietta Banzi Bazoli 

Livia Bottardi Milani 

Euplo Natali

 Luigi Pinto

Bartolomeo Talenti 

Alberto Trebeschi

Clementina Calzari Trebeschi

Vittorio Zambarda

«In mattinata è stato inaugurato un altro tratto del percorso del Memoriale delle vittime del terrorismo.

«Quel percorso che, partendo da Piazza della Loggia, vengono collocate in terra sui marciapiede dove la gente cammina: una sorta di pietre di inciampo insomma.

Delle singole formelle in serizzo. Su ciascuna di esse viene collocato il nome di una vittima del terrorismo, la data e il luogo dove la vittima è stata uccisa e la professione esercitata.

Per dimostrare come il terrorismo in Italia non abbia risparmiato nessun tipo di professione: dalla casalinga, al magistrato, allo studente, al cuoco.

Tutta la società coinvolta, investita – diciamo così – dal terrorismo.

Queste formelle, alla fine, saranno oltre 430.

Partendo da Piazza della Loggia incrociano nel percorso di avvicinamento al punto finale che sarà il Castello, 

intanto incontrano la storia bresciana: Tito Speri e quindi il Risorgimento che per Brescia vuol dire le famose X giornate (23 marzo-1 aprile 1849, ndr) di resistenza contro gli Austriaci.

Per concludersi in Castello dove furono torturati, imprigionati e uccisi i Partigiani nel corsi della lotta resistenziale.

Il punto di partenza – Piazza della Loggia – intesa come luogo di difesa della democrazia conquistata con la lotta antifascista».

Chiedo a Milani: Qual è Il valore politico di Piazza della Loggia?

Milani. Credo che stia soprattutto in una dimensione unitaria della vicenda e da come la città ha colto e ha curato, diciamo così, questa ferita.

Ci sono dei valori e dei momenti che riguardano tutti, che sono trasversali a tutti e che, proprio per questo, devono vedere le priorità perché costituiscono i punti di riferimento del convivere civilmente.

Credo che quest’anno abbia davvero recuperato, o meglio esaltato nuovamente, questo momento.

Di fronte a fatti di estrema gravità la risposta non può che essere l’unità della città in questo caso ma potrebbe essere anche l’unità del paese che affronti la grave situazione del momento per poi ovviamente ripristinare tutta la dialettica politica e il conflitto politico nel pieno rispetto della Carta Costituzionale.

Questa credo sia la lezione politica che viene da Brescia.

SB_ La dimensione unitaria da subito!

MM_ Fu la caratteristica della risposta.

Certo.

Non solo. 

Ma la caratteristica della risposta bresciana fu che la difesa, in quel momento, delle istituzioni – pensiamo alla gestione della Piazza, pensiamo al giorno del funerali- la risposta fu appunto quella di dire ‘se l’obiettivo è colpire le istituzioni camere ad ogni cittadino difenderle. 

Il servizio d’ordine, e l’autogestione della Piazza in quelle giornate, fu composto SOLO ED ESCLUSIVAMENTE DA CITTADINI.

Le forze dell’ordine vennero estromesse, allontanate.

Certo c’era anche un atteggiamento di sfiducia in quel momento perché non posiamo dimenticare che Piazza Loggia avviene dopo Piazza Fontana, la Questura di Milano, Peteano.

Ma il punto centrale dell’autogestione della Piazza fu appunto quello di dire: «NOI SIAMO LE ISTITUZIONI».

Intervento Ministra della Giustizia Marta Cartabia

Manifesto Costituente_Brescia_ 28 maggio 2021

L’Osservatorio democratico sulle nuove destre-Azione antifascista Brescia ha invitato Saverio Ferrari in Piazza Loggia a Brescia-28 maggio 2021

l’osservatorio democratico sulle nuove destre-azione antifascista brescia ha invitato saverio ferrari in piazza loggia a brescia – 28 maggio 2021

e

(Italiano) L’Osservatorio democratico sulle nuove destre

Silvia Berruto – TRANSCEND Media Service

(Estratto dall’articolo originale)

Silvia Berruto, antifascista

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