Archivio per dicembre 2015

28
Dic
15

Transcend Media Service. Il servizio migranti di Aosta non deve chiudere. PEtizione-appello alla comunità politica globale

TMS

26
Dic
15

Il servizio Migranti di Aosta non deve chiudere. Petizione-appello alla comunità politica globale

Il servizio Migranti di Aosta non deve chiudere
Petizione-appello alla comunità politica globale

Italy, Aosta Valley, Aosta

 

Alla comunità politica globale

 

Da pochi giorni la comunità straniera e la comunità valdostana hanno appreso dai media che il servizio Migranti di Aosta dal 4 gennaio 2016 non sarà più operativo.

Dopo 25 anni.

Le motivazioni addotte sembrerebbero essere legate a ragioni di razionalizzazione e riorganizzazione.

Non è dato sapere dove e a chi potranno rivolgersi gli stranieri e “i migranti” che dal 4 gennaio arriveranno in Valle d’Aosta.

L’accoglienza è un dovere sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
L’accoglienza diffusa, strutturata e organizzata è il solo modo per rispondere ai bisogni delle persone che emigrano o che cercano rifugio.

La regione Valle d’Aosta è l’unica regione in Italia a non aver istituito un progetto SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) finanziato dal fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (FNPSA).
Questo sistema rappresenta un’importante risposta strutturata ai bisogni delle persone che emigrano e che cercano rifugio anche in Valle d’Aosta.
Esso pone l’accoglienza al di fuori del concetto di emergenza.

Ad oggi non è dato comprendere come potrà essere prestato il servizio di assistenza agli stranieri e ai “migranti” per cui i sostenitori della petizione, al momento più di 500, chiedono che il servizio continui a restare aperto e a disposizione di “tutte le persone comuni che vivono in tempi straordinari.”

 

Per firmare la petizione :

 

Silvia Berruto, giornalista contro il razzismo
Aosta

26
Dic
15

Petizione pubblicata sulla newsletter del centro studi sereno regis di torino

X

 

Z

26
Dic
15

Il servizio migranti di Aosta non deve chiudere. Petizione su change.org

Alla comunità valdostana
IL SERVIZIO MIGRANTI DI AOSTA NON DEVE CHIUDERE

Il servizio migranti è una buona pratica.

Alias Centro Comunale Immigrati Extracomunitari, nasce nel 1991 per rispondere ai bisogni dei primi migranti giunti in Valle d’Aosta.
All’inizio era sito in Via Antica Zecca e si occupava principalmente di distribuzione di buoni pasto, accoglienza notturna e consulenze per l’ottenimento dei permessi di soggiorno.
Attualmente è coordinato dal Comune di Aosta e finanziato dalla Regione autonoma Valle d’Aosta e dal CPEL-Consiglio permanente Enti Locali.

Il rifinanziamento del servizio, con delibera di proroga della convenzione da parte degli Enti locali, su proposta del Comune di Aosta, si sarebbe arenato in Regione quando la Giunta, alcune settimane fa, non ha approvato l’ultimo atto per dare continuità al servizio.

E’ un servizio riconosciuto e un apprezzato punto di riferimento per migranti, operatori sociali e per l’intera comunità valdostana.
Svolge il suo mandato in sinergia con altre figure e agenzie sociali territoriali in un lavoro professionale di rete che vede la collaborazione, efficace ed efficiente, tra il servizio e la Questura, la Prefettura, l’Ufficio cittadinanza, la Casa circondariale di Aosta, gli assessorati comunali e regionali, i sindacati, i patronati, la Sovrintendenza agli studi, le scuole, l’Usl, le assistenti sociali.

Il servizio offre consulenze in materia di immigrazione, orientamento nella ricerca del lavoro e compilazione del curriculum vitae, orientamento ai servizi presenti sul territorio, simulazioni del test di italiano per il permesso di soggiorno CE, supporto per la compilazione di modulistica burocratica, laboratori di italiano per l’ottenimento delle patenti, uno spazio di incontro e socializzazione, una postazione internet con skype, il servizio ricezione posta (fax e e-mail), il servizio deposito bagagli, visite guidate alla città di Aosta.
Fondamentale per i migranti è, dal maggio scorso, il supporto per la compilazione e per l’invio della domanda di cittadinanza italiana che si effettua, ormai, solo in modo telematico.
Il servizio offre le sue competenze anche per progetti di ritorno volontario assistito in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni.

I dati di contesto restituiscono l’evidenza di un servizio necessario e insostituibile.
Gli stranieri presenti in Valle nel 2014 erano 9075 il 7,1% della popolazione residente che si attestava su 128.298 unità.
La città di Aosta è il comune che ospita il maggior numero di stranieri nella regione con 3000 residenti. E’ una popolazione sostanzialmente giovane. Giovani sono anche i cittadini italiani in uscita dalla Valle d’Aosta: 10 residenti ogni 1000 sono “migrati” all’estero o verso altre regioni. Per i giovani nella fascia d’età 25-34 anni l’incidenza è aumentata dallo 0,7 ogni mille abitanti del triennio 2005-2007, al 4,2 nel triennio 2011-2013. La causa è la crescente disoccupazione.

Al servizio sono stati registrati 6400 passaggi nel 2014, con una media di 520 passaggi al mese nei primi dieci mesi del 2015. A questo si devono aggiungere 1500 consulenze a enti pubblici e privati.
Da tre anni gli operatori effettuano interventi culturali nelle scuole valdostane, di ogni ordine e grado, per illustrare i fenomeni migratori: 1600 sono gli studenti che hanno ricevuto questa acculturazione nel corso del 2014.

Chiudere il servizio significa perdere professionalità acquisite e consolidate – il sapere, il saper essere e il saper fare – di quattro operatori e di tre mediatrici culturali, con immediate e deleterie ripercussioni sulla vita dei migranti e su tutta la filiera lavorativa sopra descritta che sovrintende, dalla “presa in carico” alle risposte, ai bisogni e ai problemi degli stranieri che giungono in Valle.
La Valle d’Aosta non può, e non deve, dimenticare le sue radici di comunità, costituita, in diverse fasi storiche, da emigrati e da immigrati.
Il servizio Migranti ha saputo gestire i fenomeni migratori con capacità di analisi e di intervento tanto professionali che la comunità valdostana non ha lamentato particolari disagi e ha provveduto, anzi, ad avviare e a consolidare percorsi di accoglienza e di inserimento degli stranieri nella collettività.

E’ urgente far riconsiderare la chiusura del servizio attivando un gruppo di pressione con cittadini che manifestino dissenso e opposizione per la cancellazione del Servizio Migranti di via Avondo, 23 ad Aosta.

Entro il 31 dicembre 2015.
Dal 2 gennaio il servizio sarà formalmente chiuso in via definitiva.

I migranti, è legittimo concludere, dal 2 gennaio prossimo vagheranno, considerate le informazioni attualmente a disposizione, senza un servizio di supporto e senza riferimenti precisi, alla ricerca di enti e operatori portatori di risposte ai loro bisogni.

Alla ricerca di un servizio attivo e professionale quale è, appunto, l’attuale Servizio Migranti.

(Questo è un testo concordato e condiviso.)

Silvia Berruto, cittadina e giornalista contro il razzismo, amica e persuasa della nonviolenza

 

 

POSTATO su change.org il 23 dicembre 2015 alle ore 00:40

 

 

17
Dic
15

FERMATEVI. IL GOVERNO NON PRECIPITI L’ITALIA NELL’ABISSO DELLA GUERRA E DEL TERRORE

Ricevo dall’amico Peppe e con tutta l’opposizione che posso condivido e sostengo.

Fuori la guerra dalla storia.

Silvia

FERMATEVI. IL GOVERNO NON PRECIPITI L’ITALIA NELL’ABISSO DELLA GUERRA E DEL TERRORE

L’annunciato dispiegamento di soldati italiani alla diga di Mosul è una follia.

Receda il governo da questa insensata e illegale, stoltissima e scelleratissima decisione.

Il governo non precipiti l’Italia nell’abisso della guerra e del terrore.

*

L’Italia operi invece contro la guerra e contro il terrorismo, per il disarmo e la smilitarizzazione, per la pace con mezzi di pace, per la protezione dei diritti umani con strumenti coerenti e adeguati, per un’azione di polizia internazionale che è l’esatto contrario della guerra.

Non soldati ed armi occorre inviare nei luoghi sconvolti dalle guerre, dalle dittature e dal terrorismo, ma aiuti umanitari che salvino le vite, corpi civili di pace che salvino le vite, e risorse a sostegno della costruzione di esperienze di difesa popolare nonviolenta che salvino le vite, risorse a sostegno del ripristino dei servizi essenziali e di un’amministrazione civile funzionante che salvino le vite; ed insieme a questo occorre un forte sostegno politico e reali incentivi materiali al dialogo, alla cooperazione ed alla riconciliazione tra tutte le parti in conflitto disponibili a convergere su un impegno comune per la pace, la democrazia, la legalità, il rispetto dei diritti umani e dei popoli.

Non un intervento militare, ma un’azione politica e diplomatica che isoli i terroristi e salvi le vite.

Non ulteriori atti di guerra, ma un’opera di contrasto politico ed economico che costringa i governi complici dei terroristi – dalla Turchia all’Arabia Saudita, dal Kuwait al Qatar – a cessare di sostenerli.

Non alimentare la catena del terrore, ma opporsi al terrore con l’iniziativa civile, giuridica, politica, certo anche di polizia, ma altresì culturale e sociale, ed innanzitutto e decisivamente: umanitaria e nonviolenta, di aiuto materiale alle vittime, intesa a salvare le vite anziché a distruggerle.

*

L’annunciato dispiegamento di soldati italiani alla diga di Mosul è una follia.

Receda il governo da questa insensata e illegale, stoltissima e scelleratissima decisione.

Il governo non precipiti l’Italia nell’abisso della guerra e del terrore.

Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani”Viterbo, 17 dicembre 2015

 Mittente: “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani”, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, centropaceviterbo@outlook.it, crpviterbo@yahoo.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

17
Dic
15

Proposta di autoconvocazione allargata

Aosta,16 dicembre 2015

Chiamata a raccolta per messa “in comune” e condivisione delle info a disposizione circa la presunta chiusura del Servizio migranti di Aosta.

E per decidere eventuali azioni politiche collettive nonviolente, non solo dimostrative.

La proposta di un’autoconvocazione allargata al fine di riunire tutte le informazioni disponibili, preferibilmente da fonti primarie, ovvero da consigliere e consiglieri comunali, operatori e dipendenti in servizio ed ex operatori del servizio migranti di Aosta, imprenditori sociali e/o gestori del servizio migranti, cooperatori sociali, intellettuali, cittadine e cittadini per fare il punto sullo stato dell’arte della questione e delle alternative programmatiche proposte dal Comune di Aosta.

l’autoconvocazione è per
VENERDI 18 dicembre 2015
ore 18:00
espace populaire di aosta

 

Con preghiera di diffusione ai Nostri contatti.
Con rispetto,
Silvia Berruto, cittadina, giornalista contro il razzismo, amica e persuasa della nonviolenza

17
Dic
15

Il Comitato regionale Valle d’Aosta per la Campagna “Un’altra difesa è possibile” compie un anno di vita

Oggi 17 dicembre 2015 il comitato regionale della Valle d’Aosta per la Campagna per la difesa civile non armata e nonviolenta compie un anno di vita.

Mercoledì 17 dicembre 2014 presso l’Espace Populaire di Aosta, dopo la  richiesta del Presidente del Movimento Nonviolento nazionale Mao Valpiana, la scrivente, ricevuta la proposta di diventare referente della campagna per la Valle d’Aosta, dopo un seminario di formazione nazionale, convocava alcune associazioni locali.

Il Movimento Nonviolento Valle d’Aosta, l’ARCI Valle d’Aosta/Espace Populaire e la Scuola di Pace Valle d’Aosta costituirono il comitato regionale.

Da subito è stato definito comitato in progress per l’ovvia e necessaria apertura a tutte le forze e sinergie locali democratiche e per l’azione collettiva su territorio valdostano.

Si sono aggiunte successivamente, con adesione formale, le associazioni sotto citate.
Così è ancora oggi.
Il comitato è aperto e si attendono, e si auspicano, nuove adesioni.
Una rivisitazione delle modalità organizzative e delle azioni politiche nonviolente del comitato si rende necessaria per una migliore incisività delle stesse.

La campagna nazionale è divisa in due fasi.

La prima ha riguardato la campagna di promozione della proposta di legge di iniziativa popolare “Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta” (novembre/dicembre 2014 – maggio 2015), la raccolta e il deposito di 53.000 firme (maggio 2015), l’incontro con la Presidente della Camera Laura Boldrini (10 settembre), il 2 ottobre – giornata internazionale della nonviolenza – l’incontro a Verona fra i responsabili delle 6 reti e i referenti di alcuni comitati (tra i quali anche la sottoscritta) per individuare e programmare i passi da fare per sostenere l’iter istituzionale della Legge di Iniziativa Popolare.

“Il 15 dicembre, giornata nazionale dell’obiezione di coscienza e del servizio civile, è stata annunciata in Aula la presentazione di un progetto di Legge sulla Difesa civile non armata e nonviolenta che ripropone o stesso testo della nostra legge di iniziativa popolare. I deputati Marcon (Sinistra italiana), Zanin (Partito Democratico), Basilio (Movimento 5 stelle), Sberna (Scelta civica), hanno firmato congiuntamente la proposta di legge “Istituzioni e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa civile non armata e nonviolenta”.

Il peso delle firme dei cittadini viene quindi rafforzato e l’iter istituzionale potrà iniziare con l’obiettivo della discussione, calendarizzazione e approdo prima in Commissione e poi in Aula.” (Mao Valpiana. Lettera ai comitati regionali, ai comitati provinciali, ai gruppi promotori locali del 17 dicembre 2015 intitolata “La campagna prosegue.”)

La seconda fase prevede che nel 2016 tutti i gruppi si misurino con nuove sfide per coinvolgere i Parlamentari del proprio collegio affinché essi facciano propria e promuovano la discussione della legge.
I gruppi locali dovranno realizzare momenti di confronto informali e pubblici con i Deputati della propria zona.

La segreteria nazionale proverà ad organizzare, nei primi mesi del prossimo anno, un incontro a Roma tra i membri della Campagna e i Parlamentari interessati per definire e progettare i futuri percorsi comuni.

Le risultanze del seminario CNESC (conferenza nazionale enti per il servizio civile), e dell’assemblea, svoltosi il 15 dicembre scorso sono confortanti per quanto attiene al servizio civile nazionale che “è pronto ma per il quale servono innovazione, programmazione e investimenti.” Esse mettono in luce le esperienze e le istituzioni civili che, in modo non armato, collaborano già alla costruzione della pace e della difesa della Patria.

La nota dolente resta l’aspetto finanziario.
I fondi ordinari per il Servizio Civile Nazionale si attestano, nella Legge di stabilità 2016, a poco più di 115 milioni che, sommati ad uno stanziamento straordinario di 100 milioni col decreto 185/2015, faranno partire nel 2016 alcune migliaia di giovani in meno rispetto al 2015.

Non ci saranno, nel 2017, i 100.000 giovani previsti per il Servizio Civile e le organizzazioni accreditate per le programmazioni pluriennali sono ostacolate in questo con le conseguenze di una seria preclusione dell’efficacia e dell’efficienza di un Servizio Civile di qualità.

La Valle d’Aosta nella prima fase della campagna ha raccolto, consegnandole il 20 maggio 2015 al centro per la Nonviolenza di Brescia, 211 firme.

Il comitato regionale Valle d’Aosta è attualmente composto dai seguenti soggetti e referenti: ARCI Valle d’Aosta/Espace Populaire (Alexandre Glarey), Movimento Nonviolento Valle d’Aosta (Silvia Berruto), Scuola di Pace Valle d’Aosta (Andrea Asiatici), Legambiente (Paolo Fedi), Donne in Nero (Angelika Schwartz), M.I.R. Movimento Internazionale della Riconciliazione (Andrea Asiatici), Dora Donne in Valle d’Aosta (Viviana Rosi), Libera Valle d’Aosta (Marika Demaria).

La Campagna continua.

Silvia Berruto,
referente comitato regionale Valle d’Aosta

16
Dic
15

“Da Piazza Fontana a Piazza della Loggia. Tra violenza e verità”

“Da Piazza Fontana a Piazza della Loggia. Tra violenza e verità”
Italy, Aosta Valley, Aosta
“Collettivamente memoria 2015”
25-26-27 novembre 2015

Parte seconda

Il processo d’Appello bis di Piazza della Loggia è l’unico processo per strage ancora aperto in Italia.

Ai funerali delle sei vittime della strage, il 31 maggio 1974, Livia Bottardi Milani, Clementina Calzari Trebeschi, Alberto Trebeschi, Euplo Natali e Bartolomeo Talenti parteciparono circa 600.000 persone provenienti da tutta Italia e non solo, il servizio d’ordine fu affidato al movimento dei lavoratori e fu assicurato, anche di notte, da 6000 cittadini, dal 30 maggio in Piazza della Loggia. “Le forze dell’ordine furono escluse dal processo decisionale relativo ai funerali delle vittime.” (Noi sfileremo in silenzio. I lavoratori a difesa della democrazia dopo la strage di Piazza della Loggia, Silvia Boffelli, Cristina Massentini, Marco Ugolini, A cura di Ivan Giugno, Roma, Ediesse, 2007).

Le istituzioni presenti furono protette ma anche fischiate. Protette dal servizio d’ordine perché l’istituzione era ed è riconosciuta, e dunque da tutelare, ma fischiate perché la bomba fascista aveva sancito il fallimento di QUELLE istituzioni, di QUEGLI uomini delle forze dell’ordine e di QUELLA politica. Non delle istituzioni, degli uomini delle forze dell’ordine e della politica tout court.

Dal legittimo bisogno di sicurezza alle necessarie risposte ad esso – alla cui costruzione ogni individuo dovrebbe collaborare – dalle richieste securitarie, alle quali è intrinsecamente connesso il complesso concetto di delega, per come vanno le cose, si ottengono, come ben spiegato da Sinicato nella prima parte di questo articolo, quasi inevitabilmente, risposte riduzioniste: dei diritti, del libero pensiero e di movimento.
Il passo è breve per giungere a “presunte” risposte di forza o di guerra.

Chiedo a chiunque proponga l’uso delle armi, i bombardamenti e la guerra giusta, di recarsi su un fronte di guerra per un solo giorno, è sufficiente anche solo per un’ora.

So che svanirebbero, polverizzandosi, le banalità di un male diffuso che supporta risposte che non rispondono, se mai lo hanno fatto.

Per ragioni quest’anno legate alla lettura delle motivazioni della sentenza, attese per fine ottobre, e dunque solo per preventive ragioni di cautela, prima dell’estate decidemmo di attendere il più possibile sperando, con una certa dose di ragionevole certezza, di poter commentare le motivazioni durante gli incontri aostani. E’ stato così che la scelta delle tre date si è posizionata sull’ultima settimana di novembre.

Non avremmo mai ipotizzato un autunno così caldo e carico di terrorismi e stragi che, seppur tragicamente ri-posizionano, e hanno riposizionato, attualizzandola, la riflessione sul terrorismo stragista.

Dalle ricerca di risposte, plausibili e concrete, alle proposte di guerra, nell’impegno per il 25 novembre, giornata internazionale contro le armi giocattolo e della più nota giornata mondiale contro la violenza sulle donne, è nato il taglio dei miei contributi per i tre giorni dedicati al processo e alla strage di Piazza della Loggia.

Propongo di seguito alcuni estratti dai miei speech, integrandoli dove è il caso, testimoniati anche, o solo, con immagini, alla fine di questo report.
Per i contenuti complessivi rimando alla raccolta in progress dei contributi delle otto edizioni di Collettivamente memoria in preparazione.

“Collettivamente memoria è un progetto culturale dedicato a Italo Tibaldi e Ida Desandre deportati politici e alla partigiana Anna Dati e a tutte le donne e gli uomini R-esistenti.
Non beneficia di sovvenzioni pubbliche ed è interamente e libera-mente autoprodotto. Per essere libero.

Dedico questa sera (26.11.2015, ndr) ad un altro concittadino, l’internato militare Francesco Gallinari, che accompagna con una presenza di maestro di vita, nella compresenza capitiniana dei vivi e dei morti, così come è per l’amico e maestro Italo Tibaldi, il percorso di Collettivamente memoria.

La biblioteca, la scuola e la piazza sono i luoghi di proprietà e di responsabilità collettive in cui si svolgono provocatoriamente le azioni e le lotte per la visibilità non certo del progetto ma dei temi proposti dallo stesso fra fra storia e memoria.
I giovani i destinatari ma anche i protagonisti attivi del progetto.

Violenza sistemica e sistematica a partire dal Giorno della memoria (27 gennaio), sui più deboli e fragili come profughi e richiedenti asilo, sui Rom. Per un percorso collettivo verso una cittadinanza allargata e consapevole, sino alla lettura della Costituzione della Repubblica Italiana sul palco delle autorità il 25 aprile di ogni anno nel corso delle celebrazioni ufficiali.

Il 25 novembre, il primo incontro proposi dal progetto culturale Collettivamente memoria” APERILIBERI. Parole, voci e testimonianze per Piazza della Loggia.”

APERILIBERI, sezione del progetto-intervento LIBERI NON BOMBE, nella loro duplice lettura, ha ospitato il contributo di storia e memoria dedicato alle tre donne vittime della violenza stragista FASCISTA del 28 maggio 10974: Livia Bottardi Milani, Clementina Calzari Trebeschi e Giulietta Banzi Bazoli.
Donne,
insegnanti,
compagne attive nel sindacato per la costruzione della buona scuola.
Il tutto per voci e con testimonianze femminili.

Tributo a cura di donne, violate e violentate, non solo eufemisticamente o in astratto – Ida Desandré ricordo violata da violenze di donne naziste – kapò e Ausirke (“erano sadiche quelle ausirke” dice in Vita da donne, Milano/Lecce, Editori di Comunicazione – Lupetti/Piero Manni Letteratura, 1995) – in nome e per conto di subculture violente fasci-naziste mai estinte.
Dal fascismo che – come diceva Brecht – “non potendo mettere ordine nella sua produzione ha bisogno di guerre.” DUNQUE DI VIOLENZA SISTEMICA, teorica e applicata.

Rimando al contributo di Brecht, che, con Breton fu l’unica voce dissonante del CONGRESSO INTERNAZIONALE DEGLI SCRITTORI PER LA DIFESA DELLA CULTURA svoltosi a Parigi nel giugno 1935, contenuto in “LA CULTURA CONTRO IL FASCISMO”, disponibile anche nel fondo bibliotecario valdostano.

Tutti i contributi sono stati proposti nel consueto SPAZIO LIBERO dedicato ai libri, i protagonisti di quella cultura nonviolenta, che in tante e tanti cerchiamo di costruire, e che ha proposto testi da:
– prestito speciale dalla biblioteca civica di Gavardo (Brescia);
– prestito ed esposizione, in duplice sito e in contemporanea allestiti in biblioteca regionale di Aosta e all’Espace Populaire di Aosta – di libri – dono della Casa della Memoria di Brescia alla collettività valdostana;
– fondo privato “28 maggio 1974” proprietà della sottoscritta.

Con LA PROPOSTA E LA RISPOSTA della NONVIOLENZA che è stile di vita e via, proposta a cura delle amiche e degli amici e persuasi della nonviolenza.

Fra i tanti esempi possibili ho citato due scrittrici e studiose amiche e persuase della nonviolenza.

L’austriaca Bertha Von Suttner che nel 1889 scrisse “Giù le armi! Fuori la guerra dalla storia”.
L’amica e maestra olandese Pat Patfoort con “Se défendre sans attaquer. La puissance de la nonviolence” per il quale ebbi l’onore, il piacere, e l’onere, di eseguire traduzione simultanea al centro studi Sereno Regis di Torino durante il seminario che Pat tenne nel lontano aprile 2005.
Rimando alla lettura di questi due testi in cui teoria e prassi sono ben declinate e sono strumenti utili e guide verso possibili azioni nonviolente.

E che dire della ribellione e delle proteste collettive contro la guerra dell’autunno 1915.
“Il 26 novembre 1915 trecento alpini del 4° Reggimento si riversarono per le strade di Aosta gridando “Abbasso la guerra”, lanciando sassi, liberando dalla prigione i soldati puniti. bloccando la stazione ferroviaria” (Ercole Ongaro, direttore dell’Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.
La vasta opposizione popolare alla “grande guerra” dei potenti in “Azione nonviolenta, n.611, settembre- ottobre 2015).

Ma torno all’attualità.
Il 2 ottobre 2014 il Movimento Nonviolento, insieme a sei Reti della società civile italiana, ha lanciato la Campagna “Un’altra difesa è possibile” con la proposta di legge di iniziativa popolare per promuovere in Italia – uno dei Paesi più armati del mondo – la difesa civile, non armata e nonviolenta, da finanziarsi sia attraverso percorsi di disarmo che attraverso la scelta del 6 per mille dei cittadini.
Per questo sono state raccolte e consegnate oltre 53.000 firme al Parlamento italiano e lo scorso 10 settembre 2015 una delegazione ha incontrato la Presidente della Camera Boldrini alla quale ha chiesto un impegno di vigilanza sull’iter istituzionale della proposta di legge che vuole collegare l’articolo 11 della Costituzione (il ripudio della guerra) con l’articolo 52 (la difesa della patria) con la valorizzazione del Servizio civile, dei Corpi civili di pace, la Protezione civile: un esercito di pace a difesa della vita e dei diritti di tutti.

Anche la Valle d’Aosta ha costituito il comitato regionale per la campagna e ha raccolto e consegnato 211 firme.
Il comitato regionale Valle d’Aosta era (è) attualmente composto dai seguenti soggetti e referenti: ARCI Valle d’Aosta/Espace Populaire (Alexandre Glarey), Movimento nonviolento Valle d’Aosta (Silvia Berruto), Scuola di Pace Valle d’Aosta (Andrea Asiatici), Legambiente (Paolo Fedi), Donne in Nero (Angelika Schwartz), M.I.R. Movimento Internazionale della Riconciliazione (Andrea Asiatici), Dora Donne in Valle d’Aosta (Viviana Rosi), Libera Valle d’Aosta (Marika Demaria).
Il 17 dicembre 2015 il Comitato festeggia il suo primo anno di vita e di azione.

Nel 2014, all’Arena di Verona è stato lanciato un appello:
la Resistenza oggi si chiama NONVIOLENZA
la Liberazione oggi si chiama DISARMO.

Molti di NOI stanno studiando e lavorando per questo.

Silvia Berruto, bresciana, antifascista.Amica e persuasa della nonviolenza.

 

® – Riproduzione riservata

– continua –

 

 

 

15
Dic
15

“Il contributo della società civile organizzata alla costruzione della pace e alla difesa della Patria ai sensi degli articoli 11 e 52 della Costituzione”. Roma 15 dicembre 2015

15 dicembre 2015
Giornata Nazionale dell’Obiezione di Coscienza e del Servizio Civile

 

Il 15 dicembre 1972 fu approvata la legge 772 sull’obiezione di coscienza al servizio militare.

Oggi si è tenuto a Roma un seminario di studi e confronto, promosso da CNESC (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile), dal titolo “Il contributo della società civile organizzata alla costruzione della pace e alla difesa della Patria ai sensi degli articoli 11 e 52 della Costituzione.”

In collaborazione col Forum Nazionale del Terzo Settore, Forum Nazionale Servizio Civile, Movimento Nonviolento, Rete Italiana Disarmo, Rete Pace, Sbilanciamoci.
Pubblico, per gentile concessione dell’autore Francesco VIGNARCA della Rete Italiana Disarmo, il suo videocontributo.

Grazie Francesco.

Silvia Berruto,
referente comitato regionale Valle d’Aosta* per la Campagna per la difesa civile non armata e nonviolenta “Un’altra Difesa è possibile”.
La Campagna nazionale è stata promossa da Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile (CNESC), Forum Nazionale per il Servizio Civile, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci!, Tavolo Interventi di Pace.

 

 

*Il comitato regionale Valle d’Aosta era (è) attualmente composto dai seguenti soggetti e referenti:
ARCI Valle d’Aosta/Espace Populaire (Alexandre Glarey), Movimento nonviolento Valle d’Aosta (Silvia Berruto), Scuola di Pace Valle d’Aosta (Andrea Asiatici), Legambiente (Paolo Fedi), Donne in Nero (Angelika Schwartz), M.I.R. Movimento Internazionale della Riconciliazione (Andrea Asiatici), Dora Donne in Valle d’Aosta (Viviana Rosi), Libera Valle d’Aosta (Marika Demaria).

 

® Riproduzione riservata

15
Dic
15

Il contributo della società civile organizzata alla costruzione della pace e alla difesa della Patria ai sensi degli articoli 11 e 52 della Costituzione

CNESC_agenda lavori_15.12.2015




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