Italo Tibaldi, Vico Canavese, 17 febbraio 2010
© Photo Silvia Berruto
Voglio, con questa immagine, che per me vale più di mille parole, ricordare Italo.
Con quel sorriso “furbetto” ed empatico che spesso faceva.
Con la semplicità, la lievità e la nonchalance che gli erano proprie, e proprie di un grande sento di poter dire, Italo lascia a tutti una pepita.
Un monito.
Una direzione.
Un senso.
“Wissen macht frei”
La conoscenza rende liberi!
Il 13 ottobre l’amico e maestro Italo Tibaldi se ne è andato.
Deportato politico a Mauthausen-Ebensee, matricola 42307.
Ha dedicato tutta la sua vita a ricostruire la Transportliste, o meglio l’Italianliste, di 288 trasporti (aggiornamento 2008) per ridare il volto, il nome e il cognome, a oltre 44.000 deportate e deportati italiani.
E’ stato un testimone, un uomo di riconciliazione e un costruttore di pace.
“Wissen macht frei” – la conoscenza rende liberi – è la testimonianza e il testimone che Italo ha voluto “passarci” e che in tante e tanti abbiamo deciso di accettare e di onorare.
Dal 2005 “wissen macht frei” è un’icona dell’opera “I Dimenticati. Un’idea per ricordare” di cui Italo è stato, e sarà, uno dei protagonisti.
Persempre.
In questa foto, inedita, una delle ultime, realizzata nel corso dell’ultima intervista del febbraio scorso, Italo è ritratto davanti all’immagine-simbolo, e segno, del rito del passaggio del testimone.
Ribadisco e riconfermo pubblicamente la responsabilità e l’impegno assunti, e a Italo più volte ribaditi, di voler custodire e difendere questo segno, unico, non riproducibile e indelebile, del valore della testimonianza.
Attraverso la testimonianza dell’amico Don Arnaldo Bigio riporto le parole di congedo di Italo: “Saluta tutti”.
Silvia Berruto
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