Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha nominato venerdì 19 gennaio 2018 Senatrice a vita Liliana Segre.
Lo stesso stato che 80 anni fa inventò le leggi razziali volute da Benito Mussolini e firmate dal re Vittorio Emanuele III, oggi le conferisce questo riconoscimento, certo non riparativo, “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”.
A causa delle leggi razziste Liliana Segre fu deportata ad Auschwitz.
Matricola 75190.
La Memoria è storia non dimenticata.
Liliana, così come le altre e con gli altri Testimoni, ha trovato le parole per dire l’indicibile della deportazione e dei campi di sterminio.
Tutte e tutti hanno saputo essersi con molti di Noi e hanno voluto consegnare il testimone ai giovani.
Lo hanno raccolto giovani come Silvia De Gattis, Erika Follis ed Enrico Granzotto che, insieme ad adulti tra cui quest’anno Enzo Gargano, in uno spazio di studio e di ricerca sulla Nonviolenza come è il centro studi Sereno Regis di Torino, all’interno del progetto culturale Collettivamente memoria, il prossimo 27 gennaio 2018 daranno il loro contributo di giovani adulti accompagnandoci in un percorso attraverso le Memorie al presente, al futuro e al passato.
Qualcuno di loro – Silvia – fa memoria, fra storia e memoria, già da 10 anni, da quando aveva otto anni, con impegno e senso civico, non rari fra i giovani che sono stati i protagonisti di Collettivamente memoria e non solo, ma in tutte e in tutti di rara intensità e raffinatezza.
Sono 37 i giovani che dal 2008 hanno portato il loro portato sino a co-condurre e poi a condurre gli incontri del Giorno della Memoria, ad eseguire la Lettura collettiva dei Principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana dal palco delle autorità il 25 aprile, per sette anni, sin quando adulti antidemocratici, improbabili antifascisti, non hanno impedito a loro, neomaggiorenni e cittadini a pieno titolo, di leggere ancora la Costituzione il 25 aprile 2017, a costruire il programma del Giorno della Memoria 2018.
Questi giovani hanno testimoniato, suonato, filmato, declamato, recitato, creato, scritto tesi universitarie e tesine per la maturità, hanno partecipato a concorsi anche all’estero, per le loro e le altrui storie e memorie.
Il più giovane testimone è stato Amrane Bouzadi con la sua Lettera al Ministero degli Interni per chiedere la cittadinanza. Con Nonviolenza applicata, non a caso sottotitolai il suo contributo Forza e ahimsa di un bambino (così lui dichiarò il 27 gennaio 2017 di voler essere chiamato) in cerca di cittadinanza.
Le più mature, in progress, le studentesse di scuola superiore, poi maturate, poi universitarie e alcune poi laureate tra cui Imane El Baladi, Alexsandra Mitrovic e Fabienne Proment.
Tutti, bambini donne e uomini attenti e segnati dai Testimoni.
Se è vero quanto si dice che chi incontra un testimone diventa a sua volta un testimone, per collettivamente memoria i testimoni sono ormai migliaia.
Desidero qui riportare il passaggio che ho scritto sul blog dopo l’incontro con Liliana Segre il 13 febbraio 2017 a Torino.
A presente, futura e passata Storia e Memoria.
[ … ]
camminava vicino a me
… il comandante di quell’ultimo campo
quando buttò la sua pistola praticamente ai miei piedi
io pensai
mi sono nutrita di odio e di vendetta
dal minuto che ho lasciato la mano di mio papà,
adesso mi chino
piglio la pistola
e gli sparo !
Mi sembrava un perfetto finale!
Fu un attimo !
Fu un attimo straordinario nella mia vita in cui io in un attimo avevo l’impulso di sparare
e un attimo dopo pensai
NO !
Io sono diversa dal mio assassino,
io non sono come lui.
Io ho scelto la vita
non potrei mai per nessuna ragione togliere la vita a qualcuno.
NON HO RACCOLTO QUELLA PISTOLA.
E DA QUEL MOMENTO sono stata quella donna LIBERA
e quella DONNA DI PACE
che sono anche adesso.
Liliana Segre, Torino, 13 febbraio 2017
By Silvia Berruto
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